Come vuole il DCPM anche il ristorante All’Orto de’ Pecci dal 3 novembre è CHIUSO.
E con i ristorante anche il parco. Il nuovo “colore” del lockdown, il rosso, ce lo impone.
Ci amareggia, ci mancano i passeggiatori che attraversano la nostra strada, magari accompagnando la “sgambata” di un cagnetto; ci mancano i cittini che giocano o stanno a guardare i nostri animali; ci mancano le coppiette che si grufolano nell’erba, un po’ prendendo il sole un po’ pomiciando (buona vita ragazzi!).
Ci mancano e, come tutti, contiamo i giorni sperando che passino alla svelta per ritrovare un minimo di “normalità”. E con meno danni possibili.
Ma la cooperativa, sia ben chiaro, non ha tirato giù il bandone: quello del ristorante sì ma quello dei servizi garantiti da “la Proposta” no davvero. Così, mentre si sta tutti con il fiato sospeso per la paura del contagio, i nostri ragazzi continuano ad effettuare lo spazzamento delle aree a noi assegnate da SEI-Toscana, così come continuano ad effettuare la raccolta dei rifiuti.
Con senso di responsabilità e dovere, con le dovute precauzioni, con timore (come tutti quelli che in questi giorni lavorano) per loro stessi e per le loro famiglie, svolgono il loro compito.
E noi, per questo, ci sentiamo in dovere di raccontare di loro, che ogni mattina partono dall’Orto per contribuire a tenere Siena pulita. Loro che vanno in giro non per prendere la famosa “boccata d’aria” ma perché, come molti altri devono farlo perché tutti gli altri possano stare a casa, al sicuro. Loro che certo non prendono questa epidemia come una “vacanza”, un’opportunità per essere pronti alla “prova costume”. Loro che devono. Ecco a tutti loro noi diciamo grazie perché, bene o male, sono comunque soldati in prima linea in zona di operazioni, così come lo sono tutti gli altri cooperatori e altri soggetti che lavorano nel settore delle pulizie e nell’assistenza agli anziani e ai disabili.
Di loro non sa nessuno; nessuno li considererà eroi; i giornali non pubblicheranno le loro foto come (giustamente) fanno con altri soggetti in prima fila. Ma in prima fila; in trincea ci sono anche loro. E se le guerre (anche quelle ad un’epidemia) si vincono per competenza dei comandanti, si vincono anche per la tenacia e l’abnegazione degli anonimi fantaccini come loro. Perciò, ogni mattina, pensiamo a loro che si calano sulla faccia la mascherina e si mettono in azione e pensiamo un “grazie”, muto, silenzioso, ma che viene dal cuore.